Tra gli argomenti maggiormente dibattuti tra gli operatori del settore c’è sicuramente lo U-space: l’insieme di servizi volti a regolare l’accesso sicuro ed efficiente dei droni nello spazio aereo.

In previsione di un vasto impiego nei prossimi anni, lo U-space nasce dall’esigenza da parte delle Istituzioni di garantire una maturazione tecnologica dei droni che sia nel rispetto dei diritti della collettività, in primis la privacy e la sicurezza.

È prevista a tal proposito l’adozione di un pacchetto di leggi sullo U-space da parte della Commissione Europea proprio in questi giorni. Queste nuove norme andranno ad affiancare i regolamenti già in vigore e saranno applicate a partire dal 2023.

Dal 2016 TopView contribuisce alla realizzazione dello U-space, partecipando sia alla definizione dei concetti operativi che allo sviluppo di servizi e micro-servizi.

La nostra attuale e più recente attività in ambito U-space è ICARUS, l’ambizioso progetto di SESAR JU che mira alla creazione di un sistema di riferimento comune per l’altitudine.

Logo U-space ICARUSSul progetto ICARUS si sono focalizzate le attività di tesi di Rita Panico, nostra tirocinante e oggi Neolaureata Magistrale in Ingegneria Aeronautica, Aerospaziale e Astronautica presso l’Università degli Studi Napoli “Federico II”.

Rita è stata nostra ospite ancora una volta per raccontarci della sua esperienza di tesi con noi e le sue impressioni sullo U-space e il progetto ICARUS.

 

L’intervista

Prima della tesi avevi già esperienza con il mondo dei droni?

Prima dell’esperienza di tesi avevo già sentito parlare di droni: al giorno d’oggi è una tecnologia molto diffusa e alla portata di tutti. Ho un amico fotografo e parliamo spesso di quale modello scegliere per le riprese aeree. Credo che la mia curiosità sul loro potenziale sia nata da queste chiacchierate.

Nel mio percorso di studi ho approfondito la tematica con un esame sugli Unmanned Aircraft Systems (UAS), ma purtroppo a causa del lockdown 2020 non è stato possibile svolgere le attività di laboratorio. Così la prima volta che ne ho avuto uno a portata di mano è stata quando sono venuta in TopView per scegliere su cosa concentrare il mio lavoro di tesi.

Penso che il più grande punto di forza dei droni sia la loro versatilità, la capacità di essere utilizzati per scopi davvero diversi, sia ludici che professionali, permettendo in entrambi i casi di sfruttare una dimensione che apre a molteplici possibilità.

 

Conoscevi già lo U-space prima della tesi? Perché lo hai scelto come argomento?

Avevo già sentito parlare di U-space nel mio corso di studi, anche se, essendo un concetto in via di sviluppo, è stata più una citazione che uno studio. Ho pensato da subito che, come le procedure di volo hanno reso più efficiente e sicuro lo spazio aereo tradizionale, così lo U-space sarebbe stata la naturale evoluzione per il mondo Unmanned.
Quando TopView fece un intervento in una lezione curriculare presentando il concetto di U-space e il progetto ICARUS, pensai che sarebbe stata una vera sfida conciliare l’aviazione tradizionale, basata su procedure consolidate e schemi rigidi, e il mondo degli UAS, più dinamico e in continua evoluzione. Da qui il mio desiderio di vedere in prima persona come si sarebbe svolto questo confronto.

Per questo mi sono ritenuta fortunata quando mi è stata data la possibilità di partecipare a questa sfida con il mio lavoro di tesi al vostro fianco.

 

Il tuo lavoro di tesi si focalizza sul progetto ICARUS: qual è l’aspetto che ti ha colpito maggiormente di questo progetto?

Ciò che più mi ha colpita di questo progetto è la convinzione di tutti i membri che vi partecipano, la passione che li spinge a voler realizzare una vera integrazione. L’unico futuro che vedono è quello in cui i piloti dei droni potranno operare in modo semplice e sicuro.

Per perseguire questo obiettivo, ho visto in primo luogo tanto studio sulle tecnologie da poter utilizzare. Poi la voglia di confrontarsi sia con i piloti di droni che con quelli di aviazione generale, per realizzare una integrazione che sia veramente a misura loro. E infine, tanta determinazione nell’imparare anche dalle critiche che sono arrivate, senza mai smettere di trovare il modo di realizzare questo disegno.

 

Raccontaci la tua esperienza con il simulatore di volo di TopView

Il mio lavoro di tesi è stato una proposta di tools da usare per la validazione di ICARUS, che prevederà l’impiego del simulatore di volo, quindi il mio contatto con esso è stato inizialmente didattico. Quando l’ho visto dal vivo ho potuto notare da subito l’attenzione con cui è stata realizzata la postazione dell’istruttore, che permette un’ampia gestione dell’ambiente di simulazione, e la ricchezza del cockpit della cabina.

Avevo già avuto esperienza con un simulatore di volo, ma quello visto precedentemente mancava degli strumenti di bordo “solidi” con cui poter interagire direttamente. In un primo momento, infatti, non riuscivo a credere che fossero riprodotti tutti i pulsanti con cui il pilota deve interagire prima di iniziare il volo. Pensavo che sarebbe bastato tirare la leva del motore per cominciare a volare.

Quando poi sono stata affiancata per cominciare il volo, sono rimasta stupita di quante cose avrei dovuto fare. Stupita perché ho rivisto tutta l’attenzione di un pilota seduto in una cabina reale, e non me lo aspettavo. Ovviamente non essendo un pilota i miei decolli e atterraggi non sono stati perfetti, ma forse proprio per questo ho potuto apprezzare il realismo della simulazione, che tra rumori e vibrazioni riproduceva il mio volo turbolento. Ero andata lì per fine didattico, ma confesso che mi sono poi divertita a girare sopra il mio paesino e scoprire il realismo anche dello scenario che riproduceva aree a me note. Credo che il realismo a cui arriva il simulatore sarà davvero utile per dare ai piloti la sensazione di un volo reale, che poi è il punto di partenza per una validazione efficace.